sabato 4 febbraio 2012

Gatti neri



1. Il casting dei gatti neri.

Nel 1962, Roger Corman dirige il film Tales of Terror (Racconti del Terrore), formato da tre episodi basati su racconti di Edgar Allan Poe: Morella, Il gatto nero e La verità sul caso del sig. Valdemar. Nel film, tutti e tre gli episodi sono introdotti da uno dei "mostri sacri" della cinematografia del terrore, Vincent Price, che ugualmente vi recita assieme a Peter Lorre e a Basil Rathbone (forse il più noto Sherlock Holmes del cinema di tutti i tempi, ma che svariò dai personaggi shakespeariani a Robin Hood e persino a Zorro).

Il secondo episodio, Il gatto nero, è in realtà una "contaminazione" tra due racconti di Poe: lo stesso The black cat e The cask of Amontillado (in italiano: Un barile di amontillado). Qualche appassionato di fumetti si ricorderà forse di quest'ultimo per la resa che ne venne fatta dallo Uncle Creepy (in italiano: Zio Tibia) nelle raccolte Warren, dove il protagonista, l'intenditore di vini Fortunato Luchresi, viene prima attirato in una cantina sotterranea da Montresor Herringbone con la promessa dell'assaggio di un prezioso vino spagnolo (l'amontillado è una varietà di sherry), e poi murato vivo in costume da buffone di corte (la scena si svolge durante il carnevale). Nel film, invece, Montresor (interpretato da Peter Lorre, l'indimenticabile serial killer di bambine in M di Fritz Lang) odia sua moglie Annabelle e il suo gatto nero. Una notte, mentre vaga per la città, entra in un locale dove si sta svolgendo un assaggio di vini rari e sfida il più grande assaggiatore del mondo, Fortunato (interpretato da Vincent Price), ad una gara di riconoscimento. Montresor si ubriaca, e Fortunato lo riaccompagna a casa conoscendo sua moglie. Col passare del tempo, Fortunato e Annabelle divengono amanti, scatenando la gelosia di Montresor (che odia sí la moglie, ma che non ha comunque piacere nell'essere cornificato sotto il naso). Montresor si risolve quindi a una terribile vendetta: sorpresi gli amanti a letto, li mura vivi nella loro alcova, nel seminterrato della casa.


Le autorità si insospettiscono, e due poliziotti (John Hackett e Lennie Weinrib) compiono indagini nella casa, che però non rivelano niente finché uno dei due non sente il rumore di qualcosa che gratta dietro a un muro del seminterrato. I due agenti abbattono la parete, scoprendo i due amanti morti mentre il gatto nero di Annabelle, che il marito tradito aveva accidentalmente murato assieme a loro, salta fuori diabolico consegnando Montresor al boia.

Eh, attenti ai gatti neri! Sono gatti, e sono neri. Provengono da tempi antichissimi e portano una nera luce dai sogni. Persino per interpretarne uno in un film, non si può certo improvvisare. Per l'episodio del Black cat, Roger Corman decise infatti di effettuare un casting in piena regola: fece pubblicare un annuncio dove si cercava, appunto, un gatto nero per un'importante parte in una pellicola (e che la parte del gatto sia importante, in quell'episodio, è fuor di dubbio!). Furono presentate decine di gatti neri, rigorosamente al guinzaglio (allora non esistevano ancora i trasportini, evidentemente) e tutti tenuti da donne:



2. Sciopero e sabotaggio.



Il gatto nero anarchico si chiama, genericamente, Wild Cat (gatto selvatico). È un gatto nero (molti lo intendono come una gatta nera, però) in posizione di allerta e di combattimento, con la schiena inarcata; una raffigurazione ripresa in maniera esatta dall'atteggiamento di ogni gatto che si predispone alla lotta. Tra gli anarchici è però noto come Sab Cat o Sabo Tabby: questo il nome che gli (le) diedero gli Industrial Workers of the World. "Gatto Sabotatore", o "Sabomicio". Non poteva essere altro che nero (nera): fin da circa il 1880 il colore nero è associato all'anarchismo, e in particolare all'anarcosindacalismo. Una caratteristica che si è mantenuta nella denominazione inglese per lo "sciopero selvaggio", vale a dire quello intrapreso spontaneamente dai lavoratori senza nessuna "concertazione" con i sindacati ufficiali e senza preavviso: Wildcat strike. In inglese, le azioni di sciopero diretto, non mediato e a oltranza sono lo sciopero del gatto selvatico -naturalmente nero.



È forse meno noto che il Sab Cat ha un "inventore" ben preciso; fu infatti disegnato da Ralph Hosea Chaplin, leader degli IWW dopo la condanna a morte di Joe Hill. Nato a Ames, nel Kansas, nel 1887, Ralph Chaplin era in Messico durante la rivoluzione e aveva assistito alle esecuzioni degli squadroni della morte di Porfirio Díaz; in seguito divenne un seguace di Emiliano Zapata. Tornato negli Stati Uniti, lavorò come operaio e sindacalista, ricevendo in entrambi i casi salari da fame. Era dotato di un paio di talenti: il disegno e la musica. I suoi primi disegni e opere grafiche furono effettuate per la International Socialist Review e per le pubblicazioni dell'editore Charles H. Kerr, che fu anche autore di una versione inglese dell'Internazionale. Nel 1912-13 è nel comitato di azione durante il sanguinoso sciopero dei minatori del carbone nella contea di Kanawha, in West Virginia, assieme alla famosa Mother Jones, ovvero Mary Harris Jones "la donna più pericolosa d'America", come la chiamò il presidente Theodore Roosevelt. Quando si era posta alla guida degli scioperanti di Kanawha, aveva quasi ottant'anni (era nata nel 1837 a Cork, in Irlanda). Fu durante quello sciopero, poi represso nel sangue, che Ralph Chaplin si scoprì, come un po' tutti gli IWW a partire da Joe Hill, anche autore di canzoni di lotta: compose, tra le altre cose, quello che è il più famoso inno sindacale in lingue inglese, Solidarity Forever.


Una caricatura di Ralph Chaplin con la bandiera degli IWW e il gatto nero sabotatore al guinzaglio.

Nel 1917, Ralph Chaplin, che nel frattempo si era impegnato con gli IWW, fu arrestato assieme a un altro centinaio di Wobblies in base all'Espionage Act: al momento dell'entrata in guerra degli USA nella I guerra mondiale era stato infatti accusato di azioni contro la coscrizione di leva e di incoraggiamento alla diserzione. Fu condannato a vent'anni di carcere, ma ne scontò soltanto quattro. Durante il processo, spiegò alla corte la "genesi" del simbolo del gatto nero:

"Secondo i ragazzi, il gatto nero rappresentava l'idea del sabotaggio. Si voleva terrorizzare il padrone paventandogli il sabotaggio, e per farlo si prendeva un gatto nero e glielo si lasciava là in giro. Sapete che, se incontrate un gatto nero e siete superstiziosi, credete che vi porti un po' sfortuna; ecco, col sabotaggio si voleva buttare addosso un gatto nero al padrone."